Content Curation e Dj

Content curation and dj chatelet metro station and advertising

Bel post di Elena Favilli (che con Timbuktu, come ci racconta qui, parte per la California) su contenuti e contenitori dell’ informazione, e della formazione scolastica. Mi ha colpito soprattuto quello che si racconta alla fine, su content curation/dj (che qui di seguito riporto).
E una immagine mi ritorna in mente di quando Andrea Branzi portava a lezione al Politecnico la Pina con musicisti e dj coi giradischi. Per dirci che tutto è progetto.

Di strumenti per pubblicare contenuti siamo già pieni. Quello che manca è un modo per capire, in settori cruciali come quello dell’educazione, quali sono quelli di cui fidarsi. La content curation ha già dimostrato di funzionare molto bene nel giornalismo, dove il proliferare di contenuti di ogni tipo ha costretto i giornalisti a trasformarsi prima di tutto in designer, dj delle notizie. Ora è l’educazione il campo in cui più ce n’è bisogno. Oggi gli insegnanti devono trasformarsi da detentori di un corpus di nozioni stabilite e rigidamente divise in discipline in esploratori, aggregatori, co-produttori di conoscenza. Devono spezzare il nesso rigido e deterministico tra l’informazione erogata (il testo, la lezione) e l’informazione richiesta (il compito, l’interrogazione), come diceMarco Rossi Doria. Devono diventare dj.

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